La politica, ovvero il “pregiudizio verso la politica” (Hannah Arendt): aldilà dei pregiudizi verso politici e istituzioni occorrono percorsi di formazione per scoprire la fondamentale necessità della politica. Educare ad essa è educare alla vita, a rispondere insieme ad altri alle domande fondamentali su ciò che è bene giusto, bello, utile, vero, solidale per me e per gli altri. Non è mai, allora, un educare individualista ma comunitario; è progetto di esistenza incarnata nel contesto vitale di ognuno di noi: in famiglia, a scuola o al lavoro, con gli amici e con gli estranei. Educare alla politica è riscoprire ciò che la fonda, cioè l’etica.
Ma ogni formazione autentica porta alla partecipazione, a tutti i livelli e in tutti i contesti umani, secondo le possibilità di ognuno. E in ultimo, le responsabilità: quelle che ci assumiamo per rendere la politica spazio civile, dove “il problema degli altri è uguale al mio e ne sortisco insieme” (don Milani).
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Concordo. Soprattutto per chi si dice cristiano non c’è altra via che quella che coinvolge sempre il piano educativo-formativo, proprio ed altrui, che in estrema sintesi implica sempre e comunque la conversione personale nella ricerca continua della virtù.
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