Sei sono in particolare le aree tematiche, che in questi giorni appaiono di particolare attualità, attorno a cui declinare le prospettive proposte dal Manifesto Uno sguardo civile, in un tempo di complessità e di crisi per darne concretezza negli ambiti della vita civile in questo tempo di complessità:
- Informazione/comunicazione: l’orizzontalità del sapere e la larga diffusione delle informazioni – ma anche le forti concentrazioni che minano il pluralismo – pongono interrogativi sull’etica della comunicazione. Come far sì che l’informazione sia ampia e libera per creare una consapevolezza civile quanto più diffusa e per cogliere le molteplici sfaccettature del reale? Come farlo in forme affidabili, razionali e rispondenti al principio di verità?
- Pace e non violenza: il concetto di pace non si traduce nell’assenza di azione, ma in un impegno alla costruzione del bene comune e della convivenza non violenta dei popoli. Quale progettualità politica, culturale ed economica è necessaria per costruire oggi una pace sostanziale, che non sia irenismo, ma che prevenga attivamente la guerra?
- Cultura, ricerca e luoghi dei saperi: la critica all’intellettualismo talvolta tradisce una concezione della cultura come strumento di esclusione sociale, mentre la finalità del sapere è nell’inclusione e nel progresso sociale. Nei luoghi della conoscenza, dalle nostre associazioni fino agli ambienti accademici, come è possibile porre l’accento sull’importanza della dimensione etica e civile della ricerca scientifica e culturale, per un sapere capace di creare visioni di futuro?
- Partecipazione democratica; il tema della partecipazione democratica interpella profondamente le nostre realtà associative. Da un lato è necessario interrogarsi su quali siano le forme e gli spazi per esprimere la propria cittadinanza attiva. Dall’altra occorre però chiedersi come intessere legami tra società civile e comunità politica, per dare all’impegno di cittadinanza un orizzonte più ampio, anche tenendo conto di nuove forme (nuovi media, volontariato e attivismo non organizzato).
- Salute come diritto universale: l’esperienza della pandemia ha mostrato come la salute sia indissolubilmente intrecciata a diversi aspetti sociali: dall’educazione al lavoro, dalla qualità della democrazia all’estensione della cittadinanza etc. Se dunque la salute è una dimensione essenziale del cambiamento e della trasformazione sociale da garantire come diritto universale, come contemperare sostenibilità economica e sostenibilità etica dei servizi sanitari? Come valorizzare la salute come investimento sociale, bene umano fondamentale e diritto primario di ogni persona, anche nel suo rapporto col territorio?
- Sviluppo di una società sostenibile: la ricerca di un ben-essere sostenibile esige uno sguardo integrale sulla realtà. La cultura che è alla base dei nostri modelli di convivenza modella anche l’ambiente sociale e naturale che abitiamo. Come possiamo contribuire a coltivare uno sguardo integrale e costruire stili di vita, relazioni ed economie giuste e sostenibili per l’intera famiglia umana, consentendo di andare oltre quelle diseguaglianze che rappresentano uno dei fattori più critici della modernità?