Il seminario di Palermo su formazione e comunicazione nella prospettiva etica

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Si è svolto a Palermo il 24 ottobre il secondo dei quattro seminari preparatori al Forum nazionale di etica civile, in programma a Milano l’1-2 aprile 2017. Anna Staropoli, collaboratrice dell’Istituto Arrupe – uno degli enti promotori del Forum e organizzatore del seminario del 24 ottobre – sintetizza di seguito i contenuti dell’incontro. I prossimi due seminari sono in calendario il 12 e il 26 novembre, rispettivamente a Firenze e Bari. 
 
Il seminario di studio dal titolo “La sfida di oggi: una democrazia partecipata, etica e solidale”, tenutosi a Palermo il 24 ottobre 2016, ha proposto un’occasione di riflessione e confronto sul tema dell’etica civile in ambiti strategici come la comunicazione, la formazione e l’educazione al fine di valorizzare conoscenze e presentare buone pratiche di cittadinanza attiva, di valorizzazione del territorio e di dialogo interculturale.
Dopo un breve saluto del direttore dell’Istituto Arrupe, Nicoletta Purpura, e la presentazione del percorso Verso il secondo Forum di etica civile, è intervenuto Giacomo Costa SJ, direttore di Aggiornamenti Sociali che ha introdotto il tema dell’Etica Civile attraverso l’immagine del “poliedro”, che è anche la sfida della società attuale, le cui facce rappresentano i diversi approcci ad un’unica realtà sempre più complessa ed articolata dove è necessario lavorare sulle connessioni attraverso lo stile del dialogo e dello sguardo contemplativo.
Antonio La Spina, professore alla LUISS di Roma, ha presentato una riflessione sul citizen journalism o giornalismo “civico”, dove sono, appunto, gli stessi cittadini, o meglio quelli più attenti, pronti e impegnati, a produrre da testimoni diretti nuova informazione o controinformazione “di prima mano”.
Marco Fratoddi, professore di Scrittura Giornalistica all’Università di Cassino ha lanciato alcune proposte per una nuova etica dell’informazione ambientale che superi i limiti degli attuali modelli basati sulla logica dello choc, dell’etnocentrismo, della strumentalizzazione politica.
“Riparte il Futuro” è invece la buona pratica presentata da Mattia Anzaldi: si tratta della più grande campagna digitale contro la corruzione e per la trasparenza etica dei candidati politici durante le consultazioni elettorali.
Chi scrive, responsabile dei laboratori di cittadinanza attiva dell’Istituto Arrupe, ha introdotto il tema dell’educazione partendo da un’analisi del contesto: l’Italia è la più grande fabbrica di Neet (“Not in Education, Employment or Training”) in Europa, giovani fuori da qualsiasi circuito scolastico e lavorativo. La sfida attuale è quella dell’educazione alla democrazia e alla cittadinanza attiva, come possibilità di coinvolgere i giovani alla vita della polis, come spazio di condivisione dei beni comuni, a partire dal proprio quartiere e dai propri mondi vitali coinvolgendoli in qualità di ricercatori ed offrendo loro delle competenze nella lettura critica della realtà che li circonda.
A seguire, Cesare Moreno ha proposto una definizione di partecipazione emotiva alla vita della città che è alla base dell’idea di “comunità educante”: non è sinonimo di rete istituzionale, ma qualcosa che sta a monte e riguarda i legami amorevoli attorno alla persona che cresce, esattamente ciò di cui si sente la mancanza. Il principale bene comune è il nostro essere umani, legati alle emozioni e al senso del mistero dell’umano.
Una buona pratica educativa è stata narrata da Gaia De Vecchi , docente dell’Istituto Leone XIII di Milano, con “Il gioco dei 100 passi”, ideato e progettato insieme agli alunni: si tratta di una scelta educativa dettata dalla consapevolezza che i valori civili sono trasversali e che soltanto nella conoscenza si possano superare pregiudizi e creare forme di collaborazione.
All’interno del seminario, sono stati poi creati sei gruppi di lavoro tematici: Educare alla città solidale e alla mediazione dei conflitti; Processi innovativi nelle periferie e valorizzazione del territorio; Percorsi di form-azione all’impegno sociale e politico, all’economia solidale e allo sviluppo culturale del territorio; Ecologia del quotidiano: educare ai valori dell’etica civile; Pratiche di cittadinanza attiva; Sfide della complessità e confronto tra diverse culture.
La sensazione, nel complesso, è che il seminario abbia creato uno spazio di confronto utile a dare sostenibilità alle scelte di etica civile e, al contempo, a creare un effettivo impatto sul territorio, favorendo la creazione di un pensiero critico e stipulando un patto etico di comunità.
Anna Staropoli