Il mondo cattolico e non solo è chiamato a impegnarsi concretamente a favore della transizione energetica. Dalla Laudato si’ ai nuovi obiettivi per lo sviluppo sostenibile sono diversi i percorsi che si possono attuare per ridurre l’impatto delle attività antropiche sul cambiamento climatico. È comunque prioritario assumere una visione etica forte per rispondere alle urgenze sociali ed ambientali.
In questa direzione, il Cantiere si interrogherà sulle scelte da adottare per passare dalle tecnologie da fonti fossili a quelle da fonti rinnovabili. La campagna Divest può rappresentare un buon punto di confronto sui processi in atto. Rilevante sarà la riflessione sulla cosiddetta democrazia energetica che non si focalizza solo sulla questione tecnica in sé, ma che approfondisce le conseguenze delle diverse scelte in termini sociali e di gestione del potere.
Altra questione collegata riguarda la finanza etica sostenibile: è infatti la finanza che orienta gli investimenti nelle fonti fossili o rinnovabili. Per questo risulta necessario approfondire la riflessione sui processi per promuovere il cambiamento del modello della finanza, affinché assuma responsabilità nell’adottare scelte di portafoglio che sostengano una transizione energetica che risponda agli obiettivi degli accordi di Parigi.
Infine, terza questione di cui essere consapevoli, è quella denominata transizione giusta, è cioè la comprensione dei mutamenti del mondo del lavoro che comporta il passaggio dalle fonti fossili a quelle rinnovabili. Questo cambiamento strutturale del settore energetico ha implicazioni serie per il mondo del lavoro che possono essere compensate dai nuovi green job, ma non in modo diretto e senza costi sociali. Di qui l’esigenza di capire come promuovere una transizione giusta che sappia bilanciare costi e benefici in una chiave dinamica.
Su questi temi sono diversi gli attori coinvolti, dai cittadini-consumatori alle imprese, agli enti finanziari, ai sindacati alle istituzioni pubbliche. Il cantiere dovrebbe quindi essere in grado di coinvolgere i diversi portatori di interesse per nutrire un confronto chiaro e trasparente su disinvestimento e reinvestimento e sulle scelte possibili.
Crescono le adesioni
L’annuncio dello scorso 4 ottobre 2017 ha visto il grandissimo risultato di ben 40 istituzioni cattoliche che hanno aderito al disinvestimento, e tra queste 10 italiane (ALTIS, Alta Scuola Impresa e Società dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Diocesi di Assisi, Diocesi di Caserta, Diocesi di Gubbio, Greenaccord onlus, Istituto Serafico per sordomuti e ciechi, Lega Consumatori, MASCI, MASCI Umbria, Sacro Convento di Assisi). Sommate alle altre 10 organizzazioni italiane che avevano aderito al precedente annuncio del 5 maggio 2017 (Gesuiti italiani – la seconda provincia gesuita a disinvestire a livello mondiale dopo quella canadese – la Comunità Monastica di Siloe – prima comunità monastica cattolica al mondo a disinvestire -, i Comboniani, le suore salesiane di Milano, Napoli e La Spezia, l’Arcidiocesi di Pescara, la Diocesi di Brescia, la Rete Interdiocesana Nuovi Stili di Vita, FOCSIV, Aggiornamenti Sociali, il Dialogo), e al Movimento dei Focolari, che ha dato la sua adesione in vista del prossimo annuncio del 2018, complessivamente in Italia sono 21 le organizzazioni cattoliche che hanno sposato la causa del Divest, e in costante aumento è il numero delle realtà sui territori che si stanno mobilitando in questa direzione.
Chi è interessato a contribuire al cantiere può contattare:
Andrea Stocchiero (Focsiv, policy@focsiv.it)